Presidenza del Consiglio dei Ministri
Sede di Largo Chigi
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Governo Italiano
Un'incontro privato di un'ora e quindici, interrotto dall'attesa di altri appuntamenti.
La promessa di continuare a servire il mio Stato.
E la richiesta di una relazione del mio progetto sulle disabilità di cui vi allego la premessa.
Con l'augurio di non aver sprecato tempo e voce ma aver servito lo Stato col primo passo di una lunga serie.
Qual è il contrario di “disabile”?
Il “vantaggio” delle
diversità
di MARINA
MIDEI
Per la difesa dei diritti umani e civili
04 settembre 2018
“Qual è il contrario di
“disabile”?
Ci sforziamo ogni giorno di
definire in modo corretto la disabilità, e più ancora le persone con
disabilità. Ci preoccupiamo di rintracciare sinonimi che non discriminando
nella semantica le persone, di fatto le individuano in stereotipi che ne
condizionano la percezione e il valore.
Avete mai provato a ricercare
la definizione della parola “disabile” nel dizionario ad esempio? Il sinonimo
più utilizzato è “Handicappato”.
Non vengono però indicati, a
ragione, possibili contrari della parola: perché non esiste una definizione di
oggettiva normalità, di perfetta funzionalità, di regolare ordinarietà.
Se già da questo dovessimo partire
a ragionare, dovremmo convenire che non può esistere la parola “disabile” in
quanto ciascuno di noi in qualcosa lo è.
Per proprietà transitiva e dunque per
logica, dovremmo convenire inoltre che non potendo definire uno standard
qualitativo di perfezione o di funzionalità appartenente all’individuo, tutti
gli individui possano esclusivamente essere appellati con la sola parola
“persona”, che non necessità di ulteriori specificazioni che avrebbero la sola
funzione nel fruitore di condizionarne il pensiero e dunque la comprensione.
Questo in realtà, purtroppo, è già
avvenuto nel tempo e fino ad oggi, tanto che si rincorre la possibilità di
riparare a scorrettezze terminologiche che si sono però appropriate del tessuto
culturale attuale, il quale lavora addirittura su pre-comprensioni di retaggi
antichi legati alla disabilità che abbiamo il dovere di ricostruire secondo i
nuovi modelli culturali a beneficio delle disabilità (plurale).
Non esiste infatti neanche la
“disabilità per antonomasia”: esistono invece le “disabilità”, o meglio ancora le “diversità” appartenenti all’umanità
imperfetta e molteplice che su tale varietà prende il suo “vantaggio” e si
arricchisce.
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