Marina Midei

Marina Midei
Attivista per i Diritti Umani e Civili, Docente, Scrittrice, Consulente in Comunicazione, Mediatore Creditizio Unione Italiana Cambi

giovedì 20 settembre 2018

MARINA MIDEI PRESSO GOVERNO ITALIANO - PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI


28 agosto 2018
e 11 ottobre 2018
Presidenza del Consiglio dei Ministri 
Sede di Largo Chigi
Governo Italiano





Un'incontro privato di un'ora e quindici, interrotto dall'attesa di altri appuntamenti. 

La promessa di continuare a servire il mio Stato. 
E la richiesta di una relazione del mio progetto sulle disabilità di cui vi allego la premessa.
Con l'augurio di non aver sprecato tempo e voce ma aver servito lo Stato col primo passo di una lunga serie.



Qual è il contrario di “disabile”?
Il “vantaggio” delle diversità
di MARINA MIDEI

Per la difesa dei diritti umani e civili
04 settembre 2018

“Qual è il contrario di “disabile”?

Ci sforziamo ogni giorno di definire in modo corretto la disabilità, e più ancora le persone con disabilità. Ci preoccupiamo di rintracciare sinonimi che non discriminando nella semantica le persone, di fatto le individuano in stereotipi che ne condizionano la percezione e il valore.

Avete mai provato a ricercare la definizione della parola “disabile” nel dizionario ad esempio? Il sinonimo più utilizzato è “Handicappato”.

Non vengono però indicati, a ragione, possibili contrari della parola: perché non esiste una definizione di oggettiva normalità, di perfetta funzionalità, di regolare ordinarietà.

Se già da questo dovessimo partire a ragionare, dovremmo convenire che non può esistere la parola “disabile” in quanto ciascuno di noi in qualcosa lo è. 
Per proprietà transitiva e dunque per logica, dovremmo convenire inoltre che non potendo definire uno standard qualitativo di perfezione o di funzionalità appartenente all’individuo, tutti gli individui possano esclusivamente essere appellati con la sola parola “persona”, che non necessità di ulteriori specificazioni che avrebbero la sola funzione nel fruitore di condizionarne il pensiero e dunque la comprensione.

Questo in realtà, purtroppo, è già avvenuto nel tempo e fino ad oggi, tanto che si rincorre la possibilità di riparare a scorrettezze terminologiche che si sono però appropriate del tessuto culturale attuale, il quale lavora addirittura su pre-comprensioni di retaggi antichi legati alla disabilità che abbiamo il dovere di ricostruire secondo i nuovi modelli culturali a beneficio delle disabilità (plurale).

Non esiste infatti neanche la “disabilità per antonomasia”: esistono invece le “disabilità”, o meglio ancora le “diversità” appartenenti all’umanità imperfetta e molteplice che su tale varietà prende il suo “vantaggio” e si arricchisce.

Non possono esistere dunque le “persone con disabilità”: esistono le persone. E tra le persone, fra loro diverse, esistono fragilità anch’esse diverse che vanno tenute in considerazione per garantire libertà, uguaglianza ed equità fra gli uomini.

Marina Midei
   
                                                            
     

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