"Per una volta" nasce, come sempre, in dieci minuti in cui un sentimento forte fa da padrone sulla mia razionalità.
Il dolore di sentire fin nelle viscere l'indifferenza e l'egoismo delle persone che fingono di avere valori e principi, pronte a calpestare ogni rispetto della persona prima che della possibilità di un'amicizia. Fondamentalmente senza alcun vantaggio, solo per paura di rischiare di possedere forse qualcosa in meno avendo già infinitamente di più.
PER UNA VOLTA
Per una volta vorrei mostrarmi storta:
dalle sconfitte, dalle ferite, dalle delusioni.
Camminare ingobbita:
dalle fatiche, dalle sofferenze, dai pensieri.
Per una volta vorrei mostrarmi spettinata:
dal vento delle parole inutili, dalle cattiverie degli egoisti.
Specchiarmi in una pozza di fango:
con occhiaie ancora più annerite e rughe più marcate
dall'indifferenza e dai giudizi dei menefreghisti.
Per una volta vorrei mostrarmi debole:
stanca di accettare e stufa di sopportare.
Di dormire impaurita:
dalla solitudine e dalla incomprensione.
Per una volta vorrei mostrarmi strappata:
incapace di giustificare e ancor più di perdonare.
Voltare le spalle: anche solo con la testa.
Per una volta vorrei mostrarmi come sono:
integra, immagine riflessa nella dignità di tutte le persone dignitose.
Onesta, immagine riflessa nell'opposto della falsità.
Della mia rimane quella di raddrizzarmi, pettinarmi, ricucirmi.
Marina Midei
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