Lunedì 28 novembre 2022
"Disabilità: una questione aperta nel panorama della complessità, che ci chiede una svolta guidata dal coraggio".
Il mio intervento in qualità di docente:

Il bisogno di adeguarci "culturalmente" alla nuova definizione di PERSONA CON DISABILITÀ, che supera il precedente approccio fondato sul modello medico che definiva la disabilità solo in base alla diagnosi medica e non sul contesto, sull'ambiente e sui facilitatori o barriere che
esso pone alle persona, diminuendo o ampliando la disabilità che insiste sulla persona.

Che vi sia reale INCLUSIONE, fatta di PARTECIPAZIONE ATTIVA delle persone con disabilità nella società: che non si finga che la sola integrazione (stare insieme agli altri ma avere ruoli marginali) sia l'inclusione richiesta.

Che si contrasti la frequente condizione di isolamento e marginalità delle persone con disabilità, per mezzo di una società consapevole e responsabile che non faccia solo riferimento alle cure, assolutamente necessarie, ma sappia anche creare opportunità concrete e legami sociali significativi per ciascun individuo, qualunque siano le fragilità.

La necessità di fare realmente rete, sanità e società, in maniera multidisciplinare e interdisciplinare, secondo un approccio sistemico, verificabile e falsificabile, secondo prospettive popperiane.

Abbiamo bisogno di persone capaci, di volontà, ma che abbiano altresì CORAGGIO: di reagire agli stimoli esterni, di non isolare le variabili, di correre anche il rischio di fallire prima di raggiungere nuovi equilibri e riuscire realmente a realizzare un cambiamento del sistema.
E per non lasciare che la teoria offuscasse la pratica, ho voluto dare una visione di priorità, per Sanità e Terzo Settore:

SANITÀ: Occorrono interventi strutturati, secondo priorità: solo a titolo esemplificativo e non esaustivo, REALE ACCESSIBILITÀ ALLE CURE, PERCORSI OSPEDALIERI DEDICATI, CURE ODONTOIATRICHE GARANTITE E RISERVATE.

UN AUSPICIO PER IL TERZO SETTORE: IDENTIFICABILITA' È RICONOSCIMENTO. Che le associazioni abbiano la possibilità di essere maggiormente visibili alle famiglie, che spesso non ne conoscono esistenza o temi trattati. E un maggior riconoscimento da parte delle Istituzioni: che le amministrazioni non si ricordino delle associazioni solo quando quest'ultime chiedono un patrocinio, ma che vengano costantemente tenute in considerazione, coinvolgendole e valorizzandole.
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